Piero Chiara: carriera e fortune alterne di un grande dimenticato del secondo Novecento: Il Pretore di Cuvio

Piero Chiara: carriera e fortune alterne di un grande dimenticato del secondo Novecento: Il Pretore di Cuvio

Sembrerà strano, ma cosi è la vicenda di questo scrittore. Per molti, fu autore di provincia, abile a raccontare vicende tra lo scabroso e il goliardico, al limite della pornografia, per altri eccezionale narratore dalla tecnica sopraffina.

Un autore, per intenderci, il cui racconto “Ti sento, Giuditta”, aveva un posto fisso sulla scrivania di Dino Buzzati al Corriere Della Sera. Piero Chiara, scrisse moltissimi racconti, ma non fu mai propriamente uno scrittore di racconti, in un mondo come il nostro, che invoca e pretende da tutti romanzi e solo romanzi, e poi piange sulla morte del romanzo. Egli cercava e rivendicava, nella sua prosa, una struttura naturalmente a misura d’uomo, una poetica che gli è sempre valsa un buon successo di pubblico, ma che, alla lunga, ebbe un prezzo in termini di critica. Benché considerato un narratore puro, Chiara non arrivò nelle librerie che alle soglie dei cinquant’anni, una volta pensionato, quando i grandi, di solito, entrano nella maturità artistica.

Chiara visse una vita divisa tra la monotonia dell’impiego negli uffici giudiziari del suo paese natale, Luino sul Lago Maggiore, e periodi burrascosi di viaggi, svariati mestieri, studi irregolari e non da ultimo, una fuga in Svizzera, negli anni della Repubblica Sociale, come ricercato politico.

Il suo mondo però, erano i vizi e le virù di una provincia ormai estinta, sempre evocata, ma mai rimpianta. Una provincia dai tratti grotteschi, dietro alla quale si celava il ritratto di un’epoca catastrofica come il ventennio fascista.

Un mondo, quello di Chiara, abitato da personaggi, i cui nomi, da soli, sanno subito di provincia: Maldifassi, Vanghetta, Bordigoni, Duodenale, Rimediotti e, udite udite, Berlusconi.

Un microcosmo, dove la noia e la routine dettano legge, certo, ma dietro l’angolo è sempre in agguato la sciagura, lo scandalo, lo sconvolgimento dell’ordine costituito.

Proprio in questo contesto, dopo il suo esordio con il libro “Il piatto Piange”, ed il successo del 1970 dell’altro libro “La spartizione”, trasposto in film con Ugo Tognazzi in stato di grazia, magistralmente diretto da Alberto Lattuada, esce nel 1973 “Il Pretore di Cuvio”, una delle sue maggiori fortune letterarie.

La vicenda narra di un pretore cinquantenne, non attraente ma che attrae donne d’ogni condizione, in un paese della Valcuvia, attraverso il prestigio delle sue funzioni e le inconsuete virtù di una virilità a tratti quasi irresistibile per l’altro sesso.

Sua moglie, minore di vent’anni, sfiorisce in solitudine, finché un giovane di studio non le ridà, insieme con un amore appassionato, anche la bellezza.

Il tramonto delle fortune del pretore sarà segnato dai debiti, da avventure e dalla oppressione della prova schiacciante di un tradimento: la nascita di un figlio che non può essere suo e di cui indaga freneticamente la paternità con fare puerile, bonario, avvilente ed allo stesso tempo sornione e scanzonato.

Ecco i momenti ed i protagonisti di una storia, che, come tutte quelle di Chiara, prende il lettore con le sorprese dell’intreccio e lo incanta con la precisione dei dettagli e le ghiottonerie di quel mondo provinciale che in questo scritto emerge prepotentemente.

In realtà l’autore racchiude nel breve romanzo, la vita di provincia piccola e pettegola, ma con una riduzione in scala, un’area vasta e complessa di esperienza umana.

Appaiono infine, oltre la felicità narrativa, che fa complice il lettore, altre sfumature. Agli aspetti comici e grotteschi, il presentimento del progressivo, ma ineluttabile precipitare degli eventi; la felicità, breve, stupita ed inattesa dei due amanti, non riesce a celare una nota malinconica. Una sorta di pietà nascosta sembra animare questi esseri, nella loro recita su un teatrino che il passato ha ormai cancellato, ma che il tempo erige, ancora e sempre, in ogni angolo della grande provincia del mondo.

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