VIAGGIO IN UNA FAMIGLIA DEL SUDAMERICA: LA “CASA DEGLI SPIRITI”. TRA MITO E REALTÀ (ISABEL ALLENDE)

VIAGGIO IN UNA FAMIGLIA DEL SUDAMERICA: LA “CASA DEGLI SPIRITI”. TRA MITO E REALTÀ (ISABEL ALLENDE)

Prendo in mano questo capolavoro letterario, che vede Isabel Allende esordire nel mondo della narrativa contemporanea nel lontano 1982.

Parlo di capolavoro perché tale si può definire oggi questo testo divenuto un “cult letterario” al pari di “Cent’anni di solitudine”, scevro pero’, a mio parere, di quella prosa sempre un po’ malinconica e un po’ lenta che pur affligge l’altro grande scrittore sudamericano, Gabriel Garcia Marquez.

Libro immersivo e coinvolgente, pieno di passioni straordinarie, amori sconfinati e gelosie brucianti.

La scorrevolezza e la schiettezza della penna di Isabelle Allende fa in modo che il lettore si senta subito attratto dalla storia, che avvolge il lettore e lo introduce, come molte altre storie della stessa autrice, in una saga familiare,  quella della famiglia dei “Del Valle e dei Trueba”.

 Ma che cos’è questo libro? Perché ve lo propongo?

 La lunghezza delle pagine non vi deve spaventare, perché lo “brucerete” in pochi giorni, se siete curiosi come me.

La storia consiste in un quaderno, in memorie, che Clara Del Valle scrive, e che cinquant’anni dopo sua nipote Alba raccoglierà “per sopravvivere al suo stesso terrore”.

Ma cosa c’è dietro a questo incommensurabile terrore che questa ragazza prova? Beh, innanzitutto il terremoto che sconvolse il Cile, paese di origine della scrittrice, e luogo di ambientazione dell’opera nel 1960, ed il colpo di Stato di Pinochet del 1973,appoggiato segretamente dalla CIA e dal presidente Nixon, volto a spodestare il presidente socialista Salvador Allende, eletto democraticamente pochi anni prima.

Poi la morte del grande poeta Pablo Neruda, chiamato semplicemente “poeta per eccellenza”.

Nonostante la sua portata storica, il golpe non è preponderante, occupando solo le ultime pagine del libro, consentendo alla scrittrice di utilizzarlo, per farci capire, quanto le vite dei personaggi, già fragili, già vulnerabili, siano stati toccati dai disordini e dalle violenze del colpo di stato.

La casa degli spiriti è certamente un romanzo di donne, in un’epoca in cui queste contavano poco o nulla.

 Vale la pena porre l’attenzione sul ruolo matriarcale che ciascun personaggio ha in questa vicenda: Nivea del Valle, moglie di Severo, massone dalle ambizioni politiche, appoggia il marito, ma da almeno un decennio lotta per il riconoscimento del diritto di voto alle donne, sua figlia Clara, che ha il potere di parlare con gli spiriti nella casa paterna e di far muovere il tavolino a tre gambe, Bianca, figlia di Clara,che non ha nessun potere spiritico, ma è una donna caparbia, innamorata di un uomo, Pedro Terzo Garcia, che suo padre non apprezza, perché lo considera uno straccione non adatto a lei, Alba, la figlia nata da questo amore clandestino, raccoglierà il diario della vita di sua nonna Clara e, a sua volta, si innamorerà di Miguel, capo rivoluzionario.

Altro personaggio indimenticabile è Ferula, sorella del protagonista, nonché all’occorrenza, voce narrante, ed Esteban-Trueba, un self made man, strenuo difensore della tradizione, della società patriarcale e detrattore di quel progressismo di sinistra, che stava dilagando in Cile.

La storia è raccontata da due voci, come ho già detto: quella di Clara, attraverso il suo diario della vita, e quella di Esteban-Trueba, suo marito.

Prima di sposare Clara però, Esteban era promesso sposo di Rosa della Valle, sorella maggiore di Clara, una fanciulla dalla bellezza sorprendente.

Bellezza sorprendente, che possedeva una qualità perturbante, alla quale neppure lei riusciva a sottrarsi, fatta di un materiale diverso da quello della razza umana.

Nivea, la madre, sapeva che non era di questo mondo, ancor prima che nascesse, perché, l’aveva vista in sogno, perciò non si era sorpresa del fatto che la levatrice, avesse cacciato un grido nel vederla. Rosa infatti appena nata era bianca, liscia, senza grinze, come una bambola di porcellana, con i capelli verdi e gli occhi gialli: “la creatura più bella che fosse nata sulla terra, dai tempi del peccato originale”, come aveva detto la levatrice, facendosi il segno della croce.

Che descrizioni oniriche e sorprendenti, ricche di emozioni e spiritualismo! Mi affascina questo libro. Sa di esoterico, di alchimia, di magia.

Perché Rosa viene avvelenata per errore, nessuno lo sa. Perché il tutto avvenga in circostanze misteriose, nemmeno. Quindi, abbiamo anche gli elementi di un romanzo del mistero, che tocca il soprannaturale, senza mai immergervisi.

La morte di Rosa, getterà nella disperazione più profonda sua madre Nivea, la sorella Clara, che si rifugerà in un mutismo patologico, ed Esteban Trueba, che stava lavorando duramente in miniera, spezzandosi la schiena, per mettere da parte il denaro per costruire una casa e far sposare la bella Rosa.

Il giovane, dopo la perdita dell’amata, decide di lasciare il lavoro in miniera e di investire il denaro che aveva messo da parte, nel terreno delle Tre Marie, una terra di nessuno, un ammasso di pietre senza legge.

Così lavora senza sosta, per far fruttare il terreno e dare ordine e attività agli abitanti di quel villaggio abbandonato e senza guida. Esteban padrone abile e giusto, ma con un appettito sessuale particolarmente robusto, che fa ricorso financo alla violenza fisica, per placare i suoi più selvaggi istinti.

Dissemina figli bastardi, che non riconoscerà, per tutto il villaggio e paesi limitrofi, fino a quando non deciderà di sposare Clara, la cognata mancata, che quando l’aveva vista la prima volta e per l’ultima, era solamente una bambina.

La ragazza accetterà di buon grado la proposta di matrimonio e si mostrerà una moglie compiacente, ma in qualche modo sfuggente, tanto da gettare il marito, follemente innamorato di lei, nei tormenti piu’ atroci.

Alba è l’ultima eroina, la voce che legge il diario della nonna, una ragazza già emancipata, rispetto alle donne della sua famiglia, poiché riesce a studiare all’università e ad avvicinarsi ai movimenti della gioventù progressista.

Conosce e si innamora di Miguel, il fratello di Amanda, un altro personaggio figlio dell’ideologia dell’amore libero e forte di un passato e di una sua storia personale commovente.

 Ma non aggiungo altro, per amore dei lettori, che dovranno cimentarsi nella lettura, per scoprire le sue grandezze e le sue virtù, il suo coraggio e la sua passione.

Capo rivoluzionario, che proteggerà il suo compagno di avventure, sopportando torture inimmaginabili, così come suo zio Jaime Trueba, medico socialmente impegnato, avvicinatosi anch’egli all’ideologia di sinistra, che lo aveva portato più volte a scontrarsi inevitabilmente con suo padre Esteban.

Le ultime pagine del libro. Le più tristi, le più emozionanti a mio parere, perché cariche di un disilluso disegno di democrazia che tutti i cileni auspicavano per il loro paese, distrutto in un batter d’occhio da una delle dittature più cruente ed efferate della nostra storia più recente.

Domina la figura di Alba, che eredita la predisposizione alla magia ed allo spiritismo, tendenza ad una vita ai margini, proprio come quella del povero Miguel.

La sera, insieme agli amici, tra cui Neruda, si dà il turno per risiedere lì, o almeno per assistere alle riunioni spiritistiche, alle conversazioni politiche, insieme a tutta le gente importante del paese, compreso il poeta, che anni dopo, sarebbe stato considerato il migliore di questo secolo e tradotto in tutte le lingue conosciute sulla terra. Poeta sulle cui ginocchia Alba si era seduta spesso, senza sospettare che un giorno avrebbe seguito il suo feretro con un mazzo di garofani insanguinati in mano, tra due fila di mitragliatrici.

Sarà Alba, testimone del terrore e delle violenze dei militari nel suo paese, a chiudere la narrazione delle vicende non per “protrarre l’odio, bensi’ unicamente, per riempire queste pagine mentre aspetto il ritorno di Miguel”. Perché solo con l’amore c’e’ speranza di vita.

Il mio terzo libro dell’estate non è un libro qualsiasi, ma noi non siamo dei lettori qualsiasi. Se no saremmo sotto l’ombrellone, a cercare di capire perché Chiara Ferragni ha truffato il sistema con il pandoro benefico.

Noi siamo lettori e siamo testimoni della nostra storia, che ci serve per capire il presente, per conviverci, per sopportare l’ingiustizia, per combattere il male, anche solo con la forza soverchiante di un libro di ampio respiro, che vuole essere un pò fiction novel, un pò serie di imprese messe in piedi senza un apparente non sense, ma invece La casa degli spiriti è un romanzo austero, pieno di vita, amore, segreti, confessioni e prove di coraggio.

Insomma un capolavoro a tutto tondo.

 Buona lettura.

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